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Cosa fare durante un tirocinio di italiano per stranieri


Cosa deve fare un tirocinante di italiano L2
Alcune regole per formarsi bene

Vuoi insegnare italiano agli stranieri ma sei alle prime armi.
Anzi no.
Hai già fatto qualche lezione privata. Magari a qualche studente in Erasmus che è arrivato nella tua città. Oppure quando eri tu, in Erasmus.
Anzi no.
Non hai nessuna esperienza. Zero. Ma c’è qualcosa di questo mondo che ti affascina.
Forse perché ti piace viaggiare. O perché sei portato per le lingue. O perché quando sei a contatto con uno straniero automaticamente ti viene da insegnargli qualcosa della tua cultura.
Una frase, una parola. O una parolaccia (è cultura anche quella).
Anzi no.
Vuoi fare l’insegnante di italiano perché il tuo migliore amico è andato a vivere all’estero e si trova bene. Perché credi che sia facile, tutto sommato. Perché l’Italiano è la tua lingua. E magari sapresti immediatamente spiegare qual è la differenza tra diventare e divenire.
Insomma.
Vuoi fare l’insegnante di italiano, per qualche ragione. O almeno, vuoi fare un tirocinio per vedere come funziona. Perché ti piace. Perché la tua università ti obbliga a farlo. Perché stai cercando la tua strada. Perché perché perché.
Bene.
Adesso che hai finito di cercare su Google la differenza tra diventare e divenire, possiamo proseguire il nostro discorso.

 

Ecco 3 cose da fare durante il tirocinio per non sprecare il tuo tempo.

1.OSSERVARE MOLTO
Probabilmente sarai costretto ad osservare ore e ore di lezioni. Seduto in fondo all’aula, in silenzio, con la stanchezza dello studio sulle spalle. Senza nessuna possibilità di fiatare (che esagerazione!). Ma ti sarà concesso l’uso di una penna e della carta.
Cosa scriverci, oltre ai disegnini?
Osserva bene tre cose.
-La lingua utilizzata dall’insegnante.
-Il tempo che dedica ad ogni attività.
-Il modo in cui aiuta gli studenti a relazionarsi.
In base al livello del gruppo, queste variabili possono cambiare. Dunque osservale e poi annota tutto per non dimenticare.
Tutto questo ti servirà come base di partenza per capire il resto della lezione!

2. FARE DOMANDE
Che senso ha restare seduto e osservare per ore se poi, dopo le lezioni, non bracchi l’insegnante e lo bombardi di domande?
Sfrutta il tuo tempo per ottenere più informazioni possibili. È il tuo tirocinio, è il tuo momento per capire se ti piace davvero o no questo lavoro. È il momento giusto per imparare, capire, scoprire. E domandarsi. E allora, su quel foglio scrivi tutte le domande che ti vengono in mente.
“Perché hai risposto così a quello studente?”, “Perché hai ripetuto quell’esercizio?”, “Non sarebbe meglio fare xxxx?”
Forse no, non sarebbe meglio. E allora resta in ascolto e cerca di capire perché.

3. CONOSCERE I MATERIALI
Richiedi i materiali! Quello dell’insegnante sarà probabilmente il tuo lavoro futuro.
Come puoi svolgerlo se non conosci gli attrezzi da lavoro? Fatti spazio, chiedi di consultare i manuali e leggi bene gli esercizi.
E ancora una volta domanda, domanda, domanda.
Alcune scuole sono gelose dei proprio materiali. Non è sbagliato: spesso gli insegnanti li realizzano ad hoc e li custodiscono gelosamente. Non devi rubarli, non devi copiarli. Devi imitarli.
Durante il tirocinio potresti realizzarli tu, dei materiali. Chiedere suggerimenti all’insegnante, darglieli per provarli in classe.
Sii attivo. Fa’ cose. Proponi.
Quello dell’insegnante è un lavoro creativo. Crea anche tu!

Il tirocinio ti offre una grande occasione per capire bene quello che un giorno potresti dover fare tu.
Il tirocinio è il primo passo verso il tuo probabile futuro.
Abbi rispetto per te stesso e per questo periodo.
Formati, crea, osserva e fa’ domande.
Non vorrai fare nessun altro lavoro all’infuori di questo.
Parola nostra!

Clicca qui per scoprire perché insegnare l’Italiano agli stranieri è il lavoro più bello del mondo!

Rita Raimondo

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