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Cosa si fa in Italia il 2 novembre?

Cosa si fa in Italia il 2 novembre?

In Italia il 2 novembre si celebra la commemorazione dei defunti. Ma in che modo?
Si va al cimitero, si ricordano i cari che non ci sono più con fiori e pensieri e poi… si sa: agli italiani piace mangiare.
Ed ecco cosa mangiamo in quell’occasione!


Torrone dei morti / novembre 2022 – Napoli, Via Foria


Tra le feste nazionali, quella dei morti è probabilmente quella che ha meno tradizioni. Eppure conserviamo ancora qualche piccolo simbolo a cui siamo ormai affezionati e non vogliamo perderlo per nessuna ragione al mondo.
In molte regioni dell’Italia il 2 novembre si mangiano i legumi, in particolare fave, ceci e fagioli  ricordando tempi antichissimi risalenti ai romani che credevano che nel baccello delle fave ci fossero le anime dei morti.

Nella nostra città, a Napoli, ci sono nelle strade numerose bancarelle che vendono dolci. In particolare, il torrone, un dolce che si mangia soprattutto a Natale ed è arricchito da mandorle leggermente tostate. Ma il “torrone dei morti” è fatto specificamente di cioccolato ed è delizioso!

Torrone al cioccolato al latte e bianco / Napoli, novembre 2022


Anche più a Sud si mangiano dolci. Dalla Sicilia arriva infatti la frutta martorana, buona, bella e coloratissima. In pratica, si narra che in passato le suore nel loro convento coltivavano frutta e verdure così belle che erano famose a tutti. Un giorno un vescovo volle vedere come si coltivavano ma molti prodotti durante la sua visita erano fuori stagione, allora le suore riprodussero i prodotti del loro orto con il marzapane. Geniale e gustoso!

Frutta Martorana / Trapani, novembre 2022

Ma perché mangiamo i dolci? È un modo per rendere il viaggio nell’aldilà più piacevole.
(Ogni scusa è buona per ingrassare un po’…).

Torniamo a Napoli per un secondo.
In questi giorni i napoletani decantano una famosa poesia di Totò che si intitola ‘A livella (La livella). 
La poesia è ambientata in un cimitero in cui si assiste a un dialogo surreale tra due defunti: un marchese e un netturbino. Il primo, nobile e ricco, si lamenta di essere stato sepolto accanto al secondo, puzzolente e povero. Allora il netturbino gli ricorda che indipendentemente da chi siamo stati in vita quando moriamo siamo tutti – ma proprio tutti – uguali!

Qui trovate la poesia in napoletano e in italiano, mentre qui potete ascoltarla con la voce di Totò,

“La morte sai cos’è? È una livella” che mette tutti sullo stesso piano.
Dovremmo ricordarci di questa grande verità ogni giorno della nostra vita, non credete?


Rita Raimondo



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